“Buscar el Levante por el Ponente” era il proposito di Cristoforo Colombo, c’è riuscito Giorgio Ferrara, che ha attraversato il legame storico del Festival di Spoleto con gli Stati Uniti fino a proporre, in questa 60° edizione del Festival di Spoleto, l’arte e la cultura cinese.
Edizione di assoluto successo (da noi già pronosticato in primavera), che ha visto la città letteralmente “invasa” dai cultori delle innumerevoli proposte di qualità, inserite nel programma delle intense due settimane di appuntamenti.
L’evento clou targato Cina, paese “ospite” di questa edizione del Festival, è stato l’emozionante spettacolo offerto dai “guerrieri” del kung fu “Jackie Chan’s Long Yun Kung Fu Troupe 11 Warriors”, una formazione di undici ballerini/atleti/lottatori di kung fu che, attraverso le suggestioni dell’antica arte della lotta cinese ha incantato gli spettatori, in un teatro gremito in ogni ordine di posti, conquistando un enorme successo.
Un viaggio attraverso la filosofia che anima questa antica lotta, concepita non come strumento di offesa, ma come affermazione ed equilibrio del sé attraverso il raggiungimento dell’armonia che regola i cinque elementi della natura: metallo, legno, acqua, fuoco e terra; la stessa armonia che deve regolare il corpo e lo spirito del lottatore di kung fu. Cinque gli elementi in natura, cinque gli animali alle cui movenze il kung fu si ispira per le sue strategie di combattimento: la scimmia, il serpente, la tigre, la mantide e la gru.
Fuoco che brucia, la forza vitale che anima il guerriero e che spinge verso la perfezione, la presenza del Maestro, che indica la giusta via per raggiungere la consapevolezza di sé, la dolcezza dell’acqua che si adatta e fluisce verso il suo destino, gli ostacoli da affrontare per superare l’ignoranza e raggiungere l’illuminazione, il duro allenamento che trova, nella ripetizione dei gesti, la rapidità di esecuzione che fa del kung fu uno stile di vita.
Movimenti fluidi, antichi gesti, coreografie contemporanee: tutto contribuisce ad offrire un quadro di profondo equilibrio e di forza, di spettacolarità e di silente armonia, di rispetto verso il prossimo ed affermazione del sé, grazie agli undici lottatori che sono stati scelti personalmente dal famosissimo regista e praticante di arti marziali Jackie Chan (anche lui, se vogliamo, elemento che unisce oriente ed occidente) tra le migliaia di giovani che praticano in Cina questa antica arte.
Benedetta Tintillini